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MEGALOMANIA E MAGNANIMITA'
Nella società bisogna guardarsi bene dal chiedere comportamenti magnanimi a certe persone capaci solo di megalomania. Non bisogna confondere queste due grandezze: fra di loro vi è una differenza di polarità. Su che cosa si fonda la grandezza di un uomo? Sulle azioni grandi che egli ha compiuto - mi direte. Ma come misurare la grandezza di un'azione? Un'azione di conquista, per mezzo della guerra, come quella dei grandi conquistatori che hanno avuto questo titolo: Alessandro Magno, Carlo Magno o come quella di Napoleone o di Hitler può rientrare fra le grandi azioni? Come distinguere un'azione magnanima da una semplice idea di grandezza che può nascere anche nella mente visionaria di un megalomane? Il fatto che questi ultimi conquistatori non abbiano avuto successo e che i loro progetti siano poi falliti (nel loro caso finiti ambedue nelle gelide terre di Russia) non significa che le loro imprese non sarebbero state ugualmente malate di protagonismo e di grandezza, anche se avessero assoggettato l'uno la Russia e l'altro il mondo intero. Anzi, forse la megalomania sarebbe apparsa più evidente nel caso avessero raggiunto i loro obiettivi. In realtà il megalomane non è capace di assumere comportamenti magnanimi, salvo nel caso paradossale che questi servano ad esaltare i suoi deliri di onnipotenza, come emerge nel film Schindler's list, nel comportamento del capo del campo di sterminio che concede la grazia ad un'ebrea solo per apparire potente e temuto come un imperatore romano. Ma non è ai deliri di onnipotenza che intendo volgere l'attenzione del lettore bensì ai quotidiani eccessi di grandezza dell'uomo comune, quello della porta accanto e quello di tutti noi che viviamo nell'anonimato di ogni giorno. Presunzione, ignoranza, superbia, tracotanza, esibizionismo. Sono questi gli ingredienti, e molti altri ancora, che vengono a formare purtroppo la personalità del mitomane solito che vive ripiegato in se stesso, nella sua mediocrità, insignificante, ordinario, stupido. E' da dire anche che ciascuno di questi atteggiamenti compone anche il mosaico delle nostre azioni, quando pensiamo troppo a noi stessi, quando presi dai nostri problemi quotidiani ci comportiamo, nostro malgrado, come se fossimo il centro del mondo. Si potrebbero analizzare i nostri stati d'animo ma lascio a ciascun lettore, memore di esperienze concrete, vicine e lontane, il compito di farlo nel suo intimo, per richiamare alla memoria quelle situazioni in cui si è lasciato prendere troppo dal proprio egoismo. Concludo con un'osservazione che, a questo punto, dovrebbe apparire ovvia: l' animo grande, magnanimo, prerogativa dei grandi uomini, non si riconosce dalle grandi imprese ma dalle piccole, da quelle azioni quotidiane disinteressate ed altruistiche che danno senso alla nostra vita.
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