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Il Meteor Crater nel deserto dell'Arizona
Dalla pianura adiacente, l'orlo del Meteor Crater ("Cratere della Meteora"), appare come una bassa collina che non rende l'idea dell'immensa cavità che circonda. Esploso quando un gigantesco meteorite colpì il suolo quasi 500000 anni fa, il cratere ha un diametro di 1,2 km e una profondità di 180 m, con un orlo che si innalza di 45 metri sopra la pianura.
Il suo fondo è così simile al suolo lunare che gli astronauti dell'Apollo si allenarono qui e la località fu un terreno di prova per i veicoli lunari. Gli scienziati stimano che la velocità del meteorite fosse di 72000 km/h e che all'impatto esplose con una forza assai superiore a quella della bomba nucleare sganciata su Hiroshima nel 1945. L'esplosione scagliò in aria 5 o 6 milioni di tonnellate di roccia a terra e oscurò la luce del sole. Dopo l'impatto, il meteorite - una massa di ferro e nichel il cui diametro fu calcolato intorno ai 40 m e con un peso superiore alle 300000 tonnellate- si disintegrò e si fuse. Alcuni resti sono stati trovati in un raggio di 10 km.
Un tempo si riteneva che il cratere fosse di origine vulcanica ma un ingegnere minerario di Philadelphia, Daniel Barringer, fu uno dei primi a identificarlo come cratere meteorico. Credendo che fosse ricco di nichel e ferro, accampò diritti sul luogo e spese una fortuna nel vano tentativo di estrarvi minerali.
Oggi il cratere è conosciuto anche col suo nome ed è tuttora di proprietà della sua famiglia. Grossi meteoriti cadono in media una volta ogni 1300 anni. Il più grande, forse precipitato anch'esso in epoca preistorica, pesa 60 tonnellate e si trova presso Grootfontein, in Namibia. Il secondo per grandezza, di 30 tonnellate, cadde nella Groenlandia occidentale.
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