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Occultismo, plagio e sfruttamento o pratiche di spiritualità?
Secondo le cifre stimate dal Mistero dell'Interno sarebbe in constante aumento, soprattutto fra i giovani, il numero di coloro che si lasciano attrarre da pratiche occulte, magiche e rituali. Ma al di là delle pratiche "sataniste" che costituiscono senza dubbio un fenomeno allarmante, è ormai noto che sempre più persone si avvicinano anche a pratiche terapeutiche non convenzionali (omeopatia, fiori di Bach, Reiki eccetera) e di crescita spirituale di derivazione orientale (come varie tecniche e scuole di meditazione). Fenomeno, questo, che trova la sua ragion d'essere entro l'attuale società post moderna e individualista dove vanno perdendo mordente le istituzioni della Chiesa, della scuola e della famiglia (insieme ai valori da queste professati) a favore della libertà di scelta, autonomia, autodeterminazione e realizzazione della persona.
Tutto questo allargamento del ventaglio di opportunità e di scelte che ognuno si trova davanti e che si pone in alternativa ai punti di riferimento tradizionali è accompagnato però da un contesto di vita (affettiva, sociale ed economica) piuttosto incerto, precario e in rapido mutamento. In tale contraddizione l'ambivalenza dei possibili significati che, pratiche orientali, spirituali o parapsicologiche, possono assumere in una società post-moderna, occidentale e frenetica come la nostra che è ben diversa dalla cultura delle società indiane o tibetane. Il problema non è solo riuscire a distinguere eventuali imbroglioni e ciarlatani da reali maestri e scuole di spiritualità, ma anche il significato e le ripercussioni che l'esercizio di tali pratiche può avere a livello individuale può esser molto diverso (addirittura opposto) a seconda delle persone.
Chi è troppo vulnerabile o non sufficientemente maturo da un punto di vista psicologico rischia, in poche parole, di entrare in un vero e proprio rapporto di "dipendenza" dalla personalità o dalle associazioni che divulgano tecniche di crescita o guarigione orientali e spirituali anziché utilizzare queste stesse tecniche per conquistare una propria realizzazione ed autonomia interiore.
Niente in definitiva è assolutamente buono o cattivo, dipende sostanzialmente dall'uso che se ne fa e questo, purtroppo, lo hanno ben capito coloro che speculano sulle paure e le insicurezze della gente a differenza di coloro (e ce ne sono) che da anni dedicano vita, tempo, energie e pazienza alla diffusione di una pratica, come quella della meditazione, in cui credono perché convinti delle infinite risorse e dell'inesauribile ricchezza che ognuno di noi comunque possiede.
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